L'intelletto tuttavia non potrebbe mai pervenire all'applicazione, se non vi fosse qualcos'altro da cui esso muove. Questa cosa è la sensazione semplice, la coscienza immediata delle modificazioni del corpo, per la quale il corpo è oggetto immediato. La possibilità della conoscenza del mondo dell'intuizione noi la troviamo dunque in due condizioni. La prima è, se l'esprimiamo oggettivamente, l'attitudine dei corpi ad agire l'uno sull'altro, producendo reciproche modificazioni; senza la qual generale proprietà di tutti i corpi anche mediante la sensibilità dei corpi animali non sarebbe punto possibile alcuna intuizione. Ma se vogliamo esprimer soggettivamente questa stessa prima condizione, diciamo: l'intelletto anzitutto rende possibile l'intuizione: perché soltanto da esso procede e per esso soltanto vige la legge di causalità, la possibilità di causa ed effetto; e soltanto per esso e mediante esso esiste quindi il mondo dell'intuizione. La seconda condizione è invece la sensibilità dei corpi animali, ossia la proprietà che certi corpi hanno, di essere oggetti immediati del soggetto. Ora le semplici modificazioni che subiscono gli organi dei sensi mediante l'azione esterna specificamente adatta ad essi, sono invero già da chiamare rappresentazioni, fin quando codeste azioni non producono né dolore né piacere, ossia non hanno alcun significato per la volontà, e tuttavia vengono percepite; quindi esistono solo per la conoscenza. In questo senso dunque io dico che il corpo è conosciuto immediatamente, è oggetto immediato.
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