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      Lo stesso falso apprezzamento dovuto alla prospettiva aerea ci fa ritenere più vicine dal vero, con pregiudizio della loro altezza, altissime montagne, di cui la sola vetta è a noi visibile nella pura aria trasparente, come per esempio il Monte Bianco visto da Salenche. E tutte queste illusioni ingannatrici stanno davanti a noi come intuizione immediata, che non si può allontanare per mezzo d'alcun ragionamento. Quest'ultimo può solo impedir l'errore, ossia un giudizio senza ragion sufficiente, contrapponendogli un giudizio esatto: come per esempio il conoscere in abstracto che non la maggior distanza, bensì i vapori più densi all'orizzonte sono cause del più debole splendore della luna e delle stelle. Ma l'illusione rimarrà incrollabile in tutti i casi citati, malgrado qualsivoglia conoscenza astratta: perché l'intelletto è completamente e nettamente separato dalla ragione – facoltà conoscitiva aggiuntasi esclusivamente all'uomo – ed è in se stesso a dir vero irragionevole anche nell'uomo. La ragione non può che sapere: al solo intelletto, e libero dall'influsso di quella, rimane l'intuizione.
      § 7.
      Sul proposito di tutta la nostra precedente considerazione è forse ancora da osservare quanto segue. In essa non abbiamo preso le mosse né dall'oggetto né dal soggetto; bensì dalla rappresentazione, la quale già li contiene e presuppone entrambi; poiché la divisione in oggetto e soggetto è la sua forma prima, più generale e più essenziale. Abbiamo dunque dapprima considerato questa forma come tale, dipoi (pur rinviando per la sostanza alla dissertazione introduttiva) le altre forme a lei subordinate, tempo, spazio e causalità; le quali appartengono soltanto all'oggetto.


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Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo I
di Arthur Schopenhauer
pagine 254

   





Monte Bianco Salenche