Come deve tormentarsi il tempo, si potrebbe dire, con la sua unica dimensione, per rendere le tre dimensioni dello spazio! Ma questo era necessario, se volevamo, all'effetto dell'applicazione pratica, posseder le relazioni dello spazio formulate in concetti astratti. Quelle non potevano passare direttamente in questi, ma solo per la trafila della quantità puramente temporale, del numero, come quello che immediatamente si muta in conoscenza astratta. Inoltre è da notare, che mentre lo spazio è tanto atto all'intuizione, e, per mezzo delle sue tre dimensioni, lascia facilmente scorgere relazioni anche complicate, esso si sottrae invece alla conoscenza astratta. Viceversa il tempo rientra facilmente nei concetti astratti, ma dà invece ben poco all'intuizione. La nostra intuizione dei numeri nel loro proprio elemento, il tempo puro, senza aggiungervi lo spazio, giunge appena fino a dieci; più in su abbiamo solamente concetti astratti, ma non conoscenza intuitiva dei numeri: al contrario colleghiamo con ciascun numero e con tutti i segni algebrici concetti astratti precisamente determinati.
Va qui notato di sfuggita, che taluni spiriti trovano piena soddisfazione solo in ciò che viene conosciuto intuitivamente. Causa ed effetto dell'essere nello spazio, intuitivamente manifesto, è ciò ch'essi cercano: una dimostrazione euclidea, o una soluzione aritmetica di problemi geometrici non li attira. Altri spiriti all'opposto domandano i concetti astratti, che soli si prestano all'applicazione e alla comunicazione: essi hanno pazienza e memoria per i principi astratti, formule, dimostrazioni in lunghe serie di sillogismi, e calcoli, i segni dei quali rappresentano le più complicate astrazioni.
| |
|