Una fisiognomica in abstracto, che si possa insegnare ed apprendere, non si può costruire; perché le sfumature sono qui tanto fine, che il concetto non vi può discendere. Quindi il sapere astratto si comporta di fronte a quelle come una figura a mosaico di fronte a una di van der Werft o Denner; come, per fino che sia il mosaico, rimangono tuttavia sempre visibili i contorni d'ogni pietruzza e non è perciò possibile il passaggio continuo da una tinta all'altra; così anche i concetti con la loro rigidità e la lor netta limitazione, per quanto sottilmente si possano suddividere mediante una più minuta determinazione, sono pur sempre incapaci di raggiungere le fine sfumature dell'intuizione, che son quelle che importano appunto nella fisiognomica qui addotta ad esempio21.
Questa medesima costituzione dei concetti, che li fa simili alle pietruzze della figura musiva, e grazie alla quale l'intuizione rimane sempre la loro asintote, è anche il motivo, per cui nell'arte nulla vien fatto di buono con essi. Se il cantante, il musicista vuol prodursi con la guida della riflessione, si demolisce. Lo stesso vale per il compositore, il pittore, il poeta stesso: il concetto rimane sempre infruttuoso per l'arte. Esso non può guidare in lei che la tecnica: suo dominio è la scienza. Nel terzo libro esamineremo più da vicino, perché ogni vera arte provenga dalla conoscenza intuitiva, non mai dal concetto. Perfino riguardo al modo di contenersi, alla piacevolezza nei rapporti sociali, il concetto non serve se non negativamente, per trattenere le grossolane esplosioni dell'egoismo e della bestialità, come d'altra parte è suo lodevole frutto la cortesia: ma ciò che attira, ciò che è grazioso, avvincente nel contegno, amorevole e gentile, non deve provenire dal concetto: in caso contrario
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Werft Denner
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