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      Viene inoltre mostrata un'analogia, nel complesso o nelle parti, che fra tutte le forme passa con infinite sfumature (unité de plan), in grazia della quale esse rassomigliano a molteplici variazioni di un tema non formulato. Il passaggio della materia in quelle forme, ossia il sorgere degli individui, non è la parte principale da considerare, perché ogni individuo deriva da un suo simile per via di generazione; la quale, sempre egualmente misteriosa, si sottrae finora a una chiara nozione: ed il poco, che se ne sa, trova posto nella fisiologia, che già appartiene alla scienza etiologica della natura. Anche la mineralogia, che pure, nella sostanza, appartiene alla morfologia, tende verso l'etiologia, specie là dove diventa geologia. Vera e propria etiologia sono poi le branche della scienza naturale rivolte soprattutto alla causa e all'effetto: queste insegnano, come, secondo una legge infallibile, ad uno stato della materia necessariamente un altro determinato consegua; come un determinato cambiamento sia condizione e causa di un altro, egualmente determinato: la qual prova si chiama spiegazione. Qui troviamo in primo luogo meccanica, fisica, chimica, fisiologia.
      Ma, se ci mettiamo alla lor scuola, non tardiamo ad accorgerci, che la cognizione a cui soprattutto miriamo non ci vien data dall'etiologia più che dalla morfologia. Quest'ultima ci mostra forme innumerevoli, – per noi, rappresentazioni – infinitamente varie, e pur affini per un'innegabile aria di famiglia; le quali per questa via ci rimangono eternamente estranee e, guardate in questo solo modo, ci stanno davanti come incomprensibili geroglifici.


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Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo I
di Arthur Schopenhauer
pagine 254