Ma tutto il contenuto del fenomeno sarebbe svanito, rimanendo la semplice forma: il che cosa appare, sarebbe ridotto al come appare; e questo come sarebbe il conoscibile a priori, quindi in tutto dipendente dal soggetto, solo pel soggetto esistente; e per conseguenza, infine, un puro fantasma, rappresentazione e forma della rappresentazione in tutto e per tutto: non si potrebbe più andare in cerca di nessuna cosa in sé. Posto che così fosse, allora veramente sarebbe il mondo intero dedotto dal soggetto: e si farebbe effettivamente ciò che Fichte con le sue ciarle vuote voleva fingere di fare. Ma la cosa non sta così: a quel modo si costruivano fantasie, sofisticazioni, castelli in aria, ma non scienza. Si è riusciti – e fu, ogni volta, un vero progresso – a far risalire i molti e svariati fenomeni della natura a poche forze originarie; molte forze e qualità, prima ritenute diverse, sono state dedotte le une dalle altre (per esempio, il magnetismo dall'elettricità), diminuendone così il numero: l'etiologia avrà toccato la meta, quando avrà conosciuto e fissato come tali tutte le forze elementari della natura, e stabilito i loro modi d'agire; ossia la regola, con cui si producono nel tempo e nello spazio i loro fenomeni, seguendo il filo conduttore della causalità, determinandosi a vicenda il loro posto. Ma sempre avanzeranno forze prime; sempre avanzerà, come insolubile residuo, un contenuto dei fenomeni, che non si può ridurre alla loro forma, ossia spiegare con qualcos'altro secondo il principio di ragione.
| |
Fichte
|