Imperocché in ogni cosa della natura è alcunché, la cui ragione non può mai essere indicata, di cui nessuna spiegazione è possibile, nessuna causa è da cercare più oltre: e ciò è il modo specifico della sua attività, ossia appunto il modo del suo essere, la sua essenza. Si può certamente d'ogni singola azione dell'oggetto mostrare una causa, dalla quale deriva ch'esso debba agire proprio in un dato momento, in un dato luogo: ma del fatto ch'esso in genere agisca, e agisca così, nessuna. Se anche non ha nessun'altra proprietà, se è un atomo di polvere nel sole, mostra tuttavia nel peso e nell'impenetrabilità quel quid imperscrutabile. Ora questo, io dico, è ad esso, quel che all'uomo è la volontà; e, come questa, non è nella sua intima essenza soggetto a spiegazione, anzi è in sé identico a lei. Certo, che per ogni manifestazione del volere, per ogni singolo atto di questo in un certo tempo e luogo, si può indicare un motivo a cui quell'atto, dato il carattere dell'uomo, doveva necessariamente seguire. Ma dell'aver l'uomo questo carattere, anzi della facoltà stessa di volere; e del fatto, che fra molti motivi per l'appunto questo e nessun altro, o addirittura che un qualunque motivo muova la sua volontà: di tutto ciò non si può dar ragione alcuna. Quel ch'è per l'uomo il suo proprio imperscrutabile carattere, presupposto indispensabile d'ogni spiegazione dei suoi atti condotti da motivi, è per ogni corpo organico la sua essenziale qualità, il modo della sua attività. Le manifestazioni di codesta attività sono provocate da un'influenza esterna; mentre il suo modo, ossia la qualità essenziale, non è da nulla determinato fuor che da se stesso, ed è quindi inesplicabile.
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