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      I suoi singoli fenomeni – ne' quali soltanto ella diviene visibile – sono sottomessi al principio di ragione: ma ella non sottosta a ragione. Ciò avevano già gli scolastici esattamente riconosciuto, e chiamato forma substantialis (si veda Suarez, Disp. metaph., disp. XV, sect. 1).
      È un errore tanto grosso quanto comune, il pensar che siano i più frequenti, più generali e più semplici fenomeni quelli, che noi meglio comprendiamo: mentre sono semplicemente quelli, a cui si sono meglio abituati il nostro sguardo e la nostra ignoranza. Che una pietra cada in terra, ci è tanto inesplicabile quanto il vedere muoversi un animale. Si è ritenuto, com'è detto più sopra, che partendo dalle più generali forze di natura (per esempio gravitazione, coesione, impenetrabilità) si potessero spiegare con esse le forze più rare ed operanti solo in circostanze combinate (per esempio qualità chimica, elettricità, magnetismo); poi finalmente con queste l'organismo e la vita degli animali, e perfino dell'uomo. Ci si accordò tacitamente nel proposito di partire da pure qualitates occultae, che si rinunziava a chiarire, avendo intenzione di costruirci sopra e non di scavarle da sotto. Impresa siffatta non può, come ho detto, riuscire. Ma, anche prescindendo da ciò, un simile edifizio sarebbe sempre campato in aria. A che giovano spiegazioni, che da ultimo conducono ad un termine altrettanto sconosciuto quanto il primo problema? Si arriva forse, alla fine, a capir dell'intima essenza di quelle universali forze della natura più che non si capisse dell'intima essenza d'un animale?


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Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo I
di Arthur Schopenhauer
pagine 254

   





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