Pagina (210/254)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Imperocché la pura possibilità di opposte determinazioni nella stessa materia è il tempo; la pura possibilità del permaner della stessa materia in tutte le opposte determinazioni è lo spazio. Perciò dichiarammo nel precedente libro esser la materia una combinazione di tempo e spazio; la qual combinazione si mostra come mutar d'accidenti nel permanere della sostanza, di cui è possibilità generale appunto la causalità, ossia il divenire. Pertanto dicemmo anche esser la materia in tutto e per tutto causalità. L'intelletto dichiarammo correlato soggettivo della causalità, e dicemmo esister la materia (quindi il mondo intero come rappresentazione) soltanto per l'intelletto, essendo questa la condizione, il suo sostegno, come suo necessario correlato. Tutto ciò non è che un rapido ricordo di quanto è esposto nel primo libro. Il por mente all'intimo accordo dei due libri è richiesto per la lor piena comprensione; imperocché, ciò che nel mondo reale è indissolubilmente congiunto, costituendone i due aspetti – volontà e rappresentazione – è in questi due libri con violenza separato, col fine di poter ciascuno aspetto più esattamente conoscere, quando sia isolato dall'altro.
      Non sarebbe forse superfluo render più evidente con un esempio come la legge di causalità abbia significato solo in rapporto al tempo, allo spazio ed alla materia, che risulta dalla combinazione d'entrambi; questa essendo la legge che determina i confini, entro cui le manifestazioni delle forze naturali si dividono il possesso della materia; mentre le naturali forze originarie medesime, come immediate obiettivazioni della volontà, la quale in quanto cosa in sé non è sottomessa al principio di ragione, stanno fuor di quelle forme.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo I
di Arthur Schopenhauer
pagine 254