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      Malebranche ha senza dubbio ragione: ogni causa naturale è solo causa occasionale, dà solo occasione, spinta, alla manifestazione di quell'una e indivisibile volontà, che è l'in sé di tutte le cose; e la cui graduale obiettivazione costituisce tutto questo mondo visibile. Il solo prodursi, farsi visibile in un dato luogo, in un dato tempo, è provocato dalla causa, e da questa per tal rispetto dipendente; ma non l'insieme del fenomeno, non la sua intima essenza. Questa è la volontà medesima, su cui non ha potere il principio di ragione, ed è quindi senza fondamento di ragione. Nessuna cosa al mondo ha un'assoluta e generica causa della sua esistenza: bensì soltanto una causa per cui essa appare per l'appunto in un dato luogo e in un dato tempo. Che una pietra or mostri peso, ora solidità, ora elettricità, ora proprietà chimiche, dipende da cause, da influenze esterne, e con queste si spiega; ma quelle qualità medesime, ossia la sua essenza, che di tali qualità risulta, e si manifesta per conseguenza in tutti quei modi indicati: e il fatto d'esser la pietra quale è, anzi il fatto d'esistere in genere, non ha ragione alcuna, bensì è la manifestazione della incausata volontà. Ogni causa è quindi causa occasionale. Così abbiamo veduto stare le cose nella natura incosciente: ma non diversamente stanno anche là, dove non più cause e stimoli, ma motivi sono, che determinano il prodursi dei fenomeni: ossia nella condotta degli animali e degli uomini. Imperocché qui come colà è una medesima volontà, che si palesa, diversissima nei gradi della sua manifestazione, moltiplicata nei fenomeni di questa, e per rispetto a questa sottomessa al principio di ragione, ma in sé del tutto libera.


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Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo I
di Arthur Schopenhauer
pagine 254