Se veramente si venisse a questo, il problema del mondo finirebbe con l'esser risolto, come ho detto, a modo d'un problema d'aritmetica. E tal via si percorre, quando, come fu già osservato, ogni azione fisiologica dev'essere ricondotta a forma e combinazione, quindi per avventura ad elettricità; questa poi a chimismo, e questo ancora a meccanismo. Tale fu l'errore per esempio di Cartesio e di tutti gli atomisti, che riducono il movimento dei corpi celesti all'urto di un fluido, e la qualità alla connessione ed alla forma degli atomi; ed in tal caso lavorano a spiegare tutte le manifestazioni della natura come semplici fenomeni di impenetrabilità e coesione. Per quanto ci si sia ricreduti di questo errore, fanno tuttavia lo stesso anche ai nostri giorni i fisiologi elettrici, chimici e meccanici, che ostinatamente vogliono spiegare tutte le funzioni dell'organismo con la «forma e combinazione» dei suoi elementi costitutivi. Che fine della spiegazione fisiologica sia il ridur la vita organica alle forze generali studiate dalla fisica, si trova ancor detto nell'Archivio di fisiologia del Meckel, 1820, vol. 5, p. 185. Anche Lamarck nella sua Philosophte zoologique, vol. 2, cap. 3 definisce la vita quale un semplice effetto del calore e dell'elettricità: «le calorique et la matière électrique suffisent parfaitement pour composer ensemble cette cause essentielle de la vie» (p. 16). Calore ed elettricità sarebbero quindi propriamente la cosa in sé, e fenomeno di questa il mondo animale e vegetale.
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