Adunque dalla contesa di fenomeni inferiori proviene il fenomeno più elevato, che tutti li divora, ma nondimeno attua in sé in grado più alto la tendenza di tutti. Domina quindi già qui la legge: serpens, nisi serpentem comederit, non fit draco.
Vorrei che mi fosse riuscito di vincer con la chiarezza dell'esposizione l'oscurità di questi pensieri, inerente all'argomento: ma vedo benissimo, che deve venirmi largamente in aiuto la meditazione personale del lettore, se non voglio rimanere incompreso o mal compreso. In conformità del punto di vista accennato, si potranno bensì mostrar nell'organismo le tracce di azioni chimiche e fisiche, ma non mai spiegare quello con queste; non essendo esso punto un fenomeno prodotto dall'azione combinata di tali forze, ossia venuto su per caso, ma un'idea più alta, la quale ha sottomesso a sé le idee inferiori mediante una vittoriosa assimilazione. Poiché l'unica volontà, obiettivantesi in tutte le idee, nel mentre tende ad un'obiettivazione la più alta possibile, depone qui i gradi più bassi del proprio fenomeno, dopo un loro conflitto, per apparir di tanto più forte in un grado più elevato. Nessuna vittoria senza lotta: l'idea superiore, o superiore obiettivazione della volontà, pur, potendo venire soltanto dalla sconfitta delle inferiori, deve subir la resistenza di queste; le quali, sebbene ridotte a servitù, tendono ancora sempre a pervenire alla libera e compiuta manifestazione della loro essenza. Come la calamita, che ha sollevato un pezzo di ferro, sostiene una lotta continuata contro la gravità – la quale, essendo la più bassa obiettivazione della volontà, ha un diritto originario sulla materia di quel ferro –; ed in questa permanente battaglia la calamita si rafforza, quasi eccitata dalla resistenza ad uno sforzo maggiore: così ogni fenomeno di volontà – anche quello che si presenta nell'organismo umano – sostiene una diuturna lotta contro le molte forze fisiche e chimiche, le quali, essendo idee inferiori, hanno un precedente diritto su quella materia.
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