Presso gli animali codesta sommissione della conoscenza alla volontà non può mai venir meno. Negli uomini può mancare solo in via d'eccezione, come tosto vedremo. Tale differenza tra uomo e bruto viene manifestata esteriormente con la differenza della relazione che in loro passa tra il capo ed il tronco. Negli animali inferiori sono capo e tronco ancora del tutto confusi; in ognuno è il capo rivolto a terra, dove stanno gli oggetti della sua volontà: ed ancor negli animali superiori sono capo e tronco assai più riuniti che nell'uomo, il cui capo appare libero al sommo del tronco, solo da esso portato, non ad esso servendo. Questo umano privilegio presenta nel massimo grado l'Apollo del Belvedere: il lungiattornomirante capo del Dio delle Muse poggia così libero sulle spalle, da apparire in tutto disciolto dal corpo, non più soggetto alle cure corporali.
§ 34.
Il passaggio dalla volgar conoscenza di singoli oggetti alla conoscenza dell'idea – possibile, come ho detto, ma da considerarsi soltanto quale eccezione – avviene d'un subito, pel fatto che la conoscenza si scioglie dal servigio della volontà, e appunto perciò il soggetto cessa di essere semplicemente individuale, diventando soggetto puro della conoscenza, privo di volontà. E questo non tiene più dietro alle relazioni, secondo il principio di ragione, bensì posa in ferma contemplazione dell'oggetto offertogli, e in questa s'immerge.
Ciò richiede di necessità, per esser chiaro, un'ampia spiegazione. A quanto essa avrà di singolare non si badi per ora, finché codesta apparente stranezza non venga a dissiparsi da sé, quando sia stato afferrato nel suo complesso il pensiero che quest'opera vuole comunicare.
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Apollo Belvedere Dio Muse
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