Ora, come nei tre libri precedenti s'è cercato d'operar questo passaggio alla consapevolezza razionale nel modo generico proprio della filosofia, e muovendo da altri principi; così nel presente libro sarà in egual modo considerata la condotta dell'uomo: il quale aspetto del mondo dovrebbe non solo, secondo osservai, per giudizio soggettivo, ma anche oggettivo, essere riguardato come di tutti il più importante. Mi terrò in questo fedele al metodo finora seguito; mi fonderò su quanto ho esposto innanzi, come necessaria premessa; anzi propriamente quell'unico pensiero, che forma il contenuto di tutta la mia opera, svolgerò in relazione con la condotta umana, come l'ho svolto fin qui in relazione con tutti gli altri oggetti: venendo così a far l'ultimo sforzo ch'io posso, per la comunicazione il più possibile compiuta del pensiero medesimo.
Il punto di vista indicato, e l'annunziato metodo d'indagine, già lasciano capire che in questo libro di etica non bisogna attendersi ad alcuna prescrizione, ad alcuna teoria dei doveri: ancor meno vi sarà formulato un principio morale universale, quasi universale ricetta per la produzione di tutte le virtù. Né discorreremo di un «dovere assoluto», perché questo, secondo si espone nell'Appendice, contiene una contraddizione; né di una «legge per la libertà», che si trova nello stesso caso. In genere non discorreremo punto di dovere: poiché si parla così a bambini e a popoli in istato d'infanzia, ma non a coloro che han resa propria tutta la cultura di un'età fatta maggiorenne.
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Appendice
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