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      La quale adunque consiste propriamente nel ritener che l'uomo si faccia da sé, nella luce della conoscenza. Io viceversa dico: l'uomo si fa da sé prima d'ogni conoscenza, e questa interviene per dar lume a quel ch'è già fatto. Quindi non può l'uomo decider d'esser fatto in un modo piuttosto che altrimenti, né può diventare un altro: bensì egli è, una volta per sempre; e quel che sia, conosce successivamente. Pei seguaci della vecchia dottrina, egli vuole ciò che conosce; per me, conosce quel che vuole.
      I Greci chiamarono il carattere ????, ed ???? le manifestazioni del carattere, ossia i costumi; ma questa parola deriva da ????, abitudine: la scelsero quindi per indicare metaforicamente la costanza del carattere con la costanza dell'abitudine. ?? ??? ???? ??? ??? ????? ???? ??? ?????????. ????? ??? ???????? ??? ?? ????????? (a voce ????, i. e. consuetudo, ????? est appellatum: ethica ergo dicta est ??? ??? ?????????, sive ab assuescendo), dice Aristotele (Eth. magna, i, 6, p. 1186, e Eth. End., p. 1220, e Eth. Nic., p. 1103, ed. berlinese). Stobeo attesta: ?? ?? ???? ?????? ????????? ???? ???? ???? ????, ??’ ?? ?? ???? ????? ??????? ?????? (Stoici autem, Zenonis castra sequentes, metaphorice ethos definiunt vitae fontem, e quo singulae manant actiones). II, cap. 7. Nella dottrina cristiana troviamo il dogma della predestinazione, riferentesi alla scelta della grazia o della dannazione (San Paolo, Epist. ai Romani, 9, 11-24); dogma nato evidentemente dal concetto che l'uomo non muti, e la sua condotta nella vita, ossia il suo carattere empirico, non sia che la manifestazione del carattere intelligibile, lo sviluppo di ben definite tendenze, già nel bambino evidenti e immutabili: sì che all'uomo già dalla nascita sia la sua condotta precisamente determinata, ed in sostanza rimanga la medesima fino all'ultimo.


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Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo II
di Arthur Schopenhauer
pagine 368

   





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