Tutto questo, perché nel grande e nel piccolo tante cose vede come possibili e raggiungibili dall'uomo, e tuttavia non sa quanto di ciò a lui solo s'adatti, e possa da lui venir compiuto o anche semplicemente goduto. Invidierà quindi taluno per una situazione e per condizioni, che sono bensì adatte al carattere di quegli, ma non al suo, e nelle quali si sentirebbe infelice, o addirittura non potrebbe reggere. Imperocché come il pesce solamente nell'acqua, l'uccello solamente nell'aria, la talpa solamente sotto la terra sta bene, così ogni uomo sta bene solamente nell'atmosfera a lui propizia; per esempio, l'aria della corte non è respirabile per tutti. Per mancanza di sufficiente giudizio a questo proposito molti compiranno ogni sorta di tentativi destinati a fallire, faranno in caso particolare violenza al proprio carattere, mentre in generale dovranno pure seguirlo; e quanto avranno in tal modo, contro la natura propria, faticosamente raggiunto, non darà loro alcun piacere; quanto avranno in tal maniera appreso, resterà cosa morta; perfino sotto il rispetto morale un'azione troppo nobile per il loro carattere, venuta non da un puro, immediato impulso, ma da un concetto, da un dogma, perderà ogni valore, ai loro stessi occhi, per l'egoistico pentimento che le succederà. Velle non discitur. Come dell'irremovibilità dei caratteri altrui ci rendiamo persuasi sol con l'esperienza, e prima di persuadercene crediamo infantilmente di poter con ragionevoli argomentazioni, con preghiere e suppliche, con esempio e generosità, indurre altri a smuoversi dalla sua natura, a cambiare il suo modo d'agire, a discostarsi dal suo modo di pensare, o addirittura d'allargare le sue capacità; così ci accade anche di fronte a noi medesimi.
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