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      Questo vediamo ancora negli altri fenomeni semplici della natura: il solido tende, sia liquefacendosi o dissolvendosi, alla fluidità, dove tutte le sue forze chimiche diventano libere; mentre la solidità è come una loro prigione, in cui vengono chiuse dal freddo. Il liquido tende allo stato gassoso, nel quale tosto passa, non appena sia libero da ogni pressione. Nessun corpo è senza affinità, ossia senza un suo tendere; ovvero senza desiderio e bramosia, come direbbe Jakob Böhm. L'elettricità propaga nell'infinito la sua interna scissione, pur se la massa terrestre ne assorbe l'effetto. Il galvanismo è egualmente, finché la pila vive, un atto incessantemente senza scopo rinnovato di scissione e di riconciliazione. Appunto un consimile diuturno tendere, non mai soddisfatto, è la vita della pianta, un incessante svilupparsi, attraverso forme sempre più elevate, finché il punto ultimo, il seme, diventi alla sua volta principio. E questo si ripete all'infinito: mai un termine, mai definitivo appagamento, mai un riposo. In pari tempo rammenteremo, dal secondo libro, che ovunque le svariate forze naturali e forme organiche si contrastano la materia in cui vogliono spiccare, ciascuno possedendo solo quel che all'altro ha rapito; e così viene alimentato un perenne battagliar per la vita e la morte, dal quale appunto sgorga precipuamente la resistenza, che ognora tien frenata quell'aspirazione, ond'è costituita l'essenza più intima di tutte le cose. E questa preme invano, ma tuttavia non può venir meno alla propria natura, e si tormenta, fin quando il suo fenomeno perisce, mentre tosto altri ne afferrano avidi il posto e la materia.


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Il mondo come volontà e rappresentazione
Tomo II
di Arthur Schopenhauer
pagine 368

   





Jakob Böhm