Per fine supplico la bontà Divina di conservare lungamente la persona di V. S. Illustriss. per onor della Patria, per aumento delle Lettere, e come nobilissima idea della più perfetta virtù, e della più incorrotta sincerità, mentre io umilmente la riverisco. Messina a 2 Giugno 1670.
Di V. S. Illustriss. mio SignoreDivotiss. ed obbligatiss. Servid.
AGOSTINO SCILLA
AL MOLT'ILL. ET ECCELENTISS.
mio Sign. e Padrone Osservandiss.
IL SIGNOR DOTTOR N. N.
Molt'Ill. et Eccelentiss. Signoreconfesso ingenuamente non saper discernere se l'affetto del Sig. D. Paolo Boccone m'abbia questa volta favorito con acquistarmi un Padrone di sommo merito, o pure danneggiato col costituirmi sotto l'occhio di V. S. convinto d'inevitabile ignoranza. Io non lo so, replico a dire, perché il vantaggio di sperarne il beneficio di ottimi insegnamenti non è tanto sicuro, essendone io incapace e mal'atto; ma il danno di aver'a palesare la mia ottusità e (quel ch'è peggio) l'avere a scoprirmi presuntuoso, è certissimo. Con tutto ciò devo render grazie senza numero al Sig. D. Paolo, ed a V. S. confessarmi eternamente obbligato, stimando per altro che non vi sia numero di mortificazioni bastevoli ad ugguagliare un raggio di buona cognizione, non che gl'infiniti, che nella sua dottissima ed eruditissima Lettera lampeggiano. Essa invero apparisce rigata da una mano, la quale, senza adulazione, può essere predicata da chiunque egli sia per la Segretaria della Natura. O Dio! Sapessi così bene di essa comprendere gli arcani che vi ammiro, come so riverire ed ammirare i sentimenti e i lumi superiori a' più alti, non che al mio basso intendimento.
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