Ne dubiterei d'affermare, che ciascheduno de' maestri sia stato ben certo dell'incertezza della opinione da se propagata; e stimerei goffaggine di spirito ricevere le opinioni loro, come se storie fossero delle vere cagioni, quando in verità altro non sono che capricci e belle maniere di spiegare quel che non possiamo in conto alcuno capire; e se qualche detto, o per meglio dire, qualche sistema ci rassembra probabile, egli ci parrà tale secondo la nostra estimazione, non perché in fatti così sia.
La bella si è, che il gran Democrito mi ha messo uno istravagante pensiero nel capo, per essersi stizzato contro la fante, che l'avvertì e gl'insegnò quel ch'egli s'era posto in animo rinvenire per mezzo delle sue altissime speculazioni; quindi io confermo il dubbio della mia mente, stimando che la professione de' filosofi sia stata lo spiare con ansia e lo andar cercando pascolo al bello spirito loro, cioè di far soggetta qualunque cosa, o a diritto o a torto, al loro ingegno; non di volerci insegnare pianamente la verità, anche allora che fosse loro stato possibile; quindi avviene che non ho vergogna della mia perplessità, e maggiormente m'acqueto, sempre che fo reflessione alle ipotesi della gran machina dell'Universo, fra le quali essendone stata una con tanta forza fondata da Tolomeo, che con sì chiare e preziose dimostrazioni distribuì le parti di esso, o stabili o raggirevoli; altri con non minor chiarezza di dimostrazioni ha crollato il tutto, ha discardinato la terra ed inchiodato il moto istesso a dispetto de gli occhi d'ogni vivente.
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Democrito Universo Tolomeo
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