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      Ne mancherebbono maniere all'umano ingegno, filosofando, di negare l'uno e l'altro sistema, e di predicarne molt'altri, ogni qual volta il pensiero d'innovare, non obbligo di rintracciare la verità, fosse lo scopo delle sue speculazioni.
      Vaglia il vero chi si fiderà delle invenzioni degli huomini, avendo nella mente le più vere parole di Seneca, il quale compiange la miseria d'ogni mortale dicendo: "Inter caetera mortalitatis, et hoc est, caligo mentium; nec tantum necessitas errandi, sed errorum amor". S'egli è vero, non possiamo difenderci dall'occulto nemico che fa inevitabile breccia nel nostro spirito; è connaturale ad ogn'huomo appassionarsi alle cose proprie, a' proprij capricci.
      Non può, a mio credere, aver riparato alcuno al prurito di farsi stimare ne' Licei intrinseco confidente della Natura, forzandosi di sostentare ostinatamente la pubbliccata opinione e la riputazione di essa, anche consapevole che l'armi impugnate fossero fabbricate nell'incessante fucina di Pallade, non dall'armeria impenetrabile d'Iside estratte.
      Non mi vergogno, replico a dire, di confessare che lo spirito mio, affogato nelle stravaganze filosofiche, per non perdersi affatto ricorre al pensare, al credere che gli antichi filosofi non abbiano avuto certezza di verità nelle loro opinioni: onde mi pare, ch'eglino si sono contentati farci vedere in cambio di quella una fantasima variamente imbellettata: il che pure appagò in qualche maniera la curiosità de' semplici loro seguaci. Chi bene osserverà, potrà scorgere tutto ciò, posciaché se mireremo i gusti di coloro che l'hanno posto in iscena, conosceremo che niuno ha stimato far comparire l'opinione della propria scuola sul teatro di questo Mondo con la faccia istessa e con gli abiti medesimi che la ricevette dal suo maestro e predecessore.


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La vana speculazione disingannata dal senso
di Agostino Scilla
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