Benché, a dirla, un pezzetto di sasso, veduto nelle dette Glossopietre, che conteneva un dente di Canicola ed una mezza conchiglia con altre vertebre di pesci, i quali anche mostravano d'essere mancanti delle spine laterali; m'avea fatto dare nella risoluzione di non credere che vi siano cervelli d'una tal fatta, che non contenti o non capaci (per meglio dire) de' veri e grandissimi miracoli della Natura, quasi ch'ella ne fosse povera o non potesse occuparli nelle ragionevoli speculazioni, procurino maniere terribili, repugnanti, nuove e contrarie ad ogni senso per segnalarli.
Scrissi, come ho detto, al virtuoso S. D. Paolo Boccone tumultuariamente, al mio solito, acciocché mi prestasse il suo favore nel procurami alcune linguette meschiate con altre e varie delle cose che si cavano dalle miniere di Malta; ed egli apparecchiommi un fulmine che inaspettato mi giunse. Tale riconosco la Lettera di V.S., la quale seco conduce splendore, attività e terribilissimo suono. Ella invero operò in me gli effetti della saetta, divorò e risolse in un nulla ciò che racchiudeva di pensieri; ma perch'è proprio del fuoco celeste lasciare intatta la superficie delle cose possedute, avviene che anche in me sia rimasta un'effigie esteriore di quel ch'era prima, come pur ora mi conoscerà.
Non attribuisca tutto questo a difetto dell'animo mio, quasi che soverchiamente sospettoso; perché ella me ne ha dato la parte sua di cagione; e che sia vero. Noi veggiamo non accettati nelle ruote de' Tribunali l'Opere legali d'un Alciato, d'un Cuiaccio, e d'altri tali eruditissimi Dottori per ragione che si deve dubitare dell'arte d'huomini cotanto ingegnosi e di sottilissimo spirito; perché può facilmente essere pervertita la pura verità dal loro sapere.
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