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      Oibò.
      Parli il graziosissimo Cicerone che per una consimile favola scrive: "Fingebat Carneades in Chiorum lapidicinis saxo diffisso caput extitisse Panisci. Credo aliquam non dissimilem figuram, sed certe non talem, ut eam factam a Scopa diceres: sic enim se profecto res habet, ut numquam perfecte veritatem casus imitetur"(15). Sono apprensioni d'huomini di natura ammirativa e deboli in quella parte che deve esaminare e distinguere l'essere degli oggetti; la qual cosa non accade ad un'erudito e giudiciosissimo Simone Maiolo; perciocché egli, a racconti somigliantemente miracolosi, scrive: "Mihi tamen est persuasum prorsus arte carvisse tot imagines: nam Achatem scio referre formas animantium, hominum quoque, ac rerum reliquarum omnium, sed non exacte redduntur"(16). E siegue a dire in particolare dell'anello del Re Pirro, rappresentante il monte Parnasso con tutti gli stovigli: "Propterea maximam artificis partem accessisse existimandum est, qui alibi minuens, alibi augens, quae spectanda essent, eximie elaborarit". Molto tempo è, che nel leggerlo credei quasi l'istesso, e forse sarà così che questa favola avesse l'origine da un qualche equivoco; perciocché stimo facile che la fama della preziosissima agata di quel famoso Re riguardasse all'Arte, non già alla natura; e che fosse celebre per essere il segno maggiore di perfezione scolpita, quasi sigillo, non dipinta; ma che in processo di tempo qualche Scrittore non capace del merito dell'Arte avesse aggiunto del suo, che fosse stata dalla Natura pennelleggiata; e per ultimo il bravo Cardano, che alle volte si rampica a' roveti, cercò e scrisse come ciò fosse potuto accadere in quel suo tomo de Subtilitate, nel quale spesso spesso merita che gli fosse ricordato che "Chi troppo s'assottiglia, si scavezza". Quindi avviene ch'io desidero avere nella mani uno di quei Regoli delle miniere di Sassonia, ch'ella m'offerisce per prova che la terra generi anche huomini di sasso; perché vorrei osservare se la Natura avesse coronato con corona Imp. o Reale, o all'antica o alla moderna, quei Monarchi di sasso, con cent'altre faccende anche in contrario, cioè se forse quelli si potessero avere per veri huomini impietrati; se le apprese corone fosser'oranamenti usati da gli antichi, conceduti ad alcuni, ad altri no; e purgare l'argomento di lei che non potessero essere veri huomini insassiti perché se ne veggono molti coronati, essendo incompatibile, com'ella asserisce, il numero di tanti Re, e colti insieme in luogo, et cetera.


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La vana speculazione disingannata dal senso
di Agostino Scilla
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