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      Concorre ancora un'altra opposizione propostami in discorso da un virtuoso di tanta e si grand'eminenza d'intelletto, che a gran ragione egli è inchinato universalmente quasi Sole tra' pianeti che il vago e dilettevole cielo della buona filosofia rendono adorno. Il primo mi dà notizia che nell'anatomizzare un corpo umano si sia trovato nell'auricola del cuore sinistra, circondata da un polipo, un lumachina. Aggiugne alla sua storia la relazione d'essersene vedute anche nelle reni succenturiate d'un altro corpo, in altri tempi, due altre; e parimente in Firenze nella vescica d'un pover'huomo un'altra consimile, egli afferma, che fosse stata osservata; per la qual cosa è di parere che non si debba affatto escludere l'opinione di coloro che pretendono indifferentemente in ogni luogo la generazione di tali figure testacee. Dal secondo fu messa in considerazione la qui appresso conghiettura. Posto, egli dicea, che quelle cose che noi veggiamo ristrette nelle rocche molto fra terra si devono stimare in qualche tempo maritime; certo è che di necessità per gli ondeggiamenti del mare concedere si deve ch'ivi fossero giunte. E se così è, ne nasce il dubbio, cioè, che dovrebbonsi vedere i pretesi corpi, rosi, sfigurati e limati dallo strisciare con gli altri corpi, che pure lo dovettero fare per lunghissimo tratto, prima di ridursi alla quiete; ma noi li raffiguriamo tersi, puliti ed interi; dunque ha molta probabilità quella opinione che determina il tutto generato nel luogo ove si scorge.


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La vana speculazione disingannata dal senso
di Agostino Scilla
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Sole Firenze