Ma s'ella si risolve a stimarla con un sì bravo Teologo, dir si potrebbe che i miseri pesci (non assuefatti a quella sorte d'acque, ne alla grande indigestione che bisognò avessero fatto per un numero infinito di cadaveri che miseramente annegati restarono loro in cibo, ne meno a tante altre immondizie concorse nell'acque) è facile che allora morti siano la maggior parte, se non tutti. Ma non lo crederà. Dirò dunque così. Che non suppongo tutte le Lamie o i pesci estinti ad un sol colpo, ne che tutti fossero denti di Lamie, ma di varij animali e di spezie diversissime, che in molto numero nuotano nel mare, de' quali la Natura armò le bocche di quantità indicibile e differentissima di denti.
Ed è certo che se con sincerità avesse fatto questa considerazione, si sarebb'ella persuaso che pochi animali erano d'uopo per arricchire di pregiatissime Glossopietre molte Isole, non che cotesta di Malta. Oltre a ciò, le cose tutte che si cavano dal terreno e da' tufi di Malta sono di spezie (come nel progresso di questa leggerà) quasi infinitamente numerose; per lo che non doverebbe apportar maraviglia l'abbatterci in molte quantità di Glossopietre, cioè di denti di quella fatta, di conchiglie, echini, vertebre ed altre pietruzze; poiché il tutto o si riconosce copiosissimo in un solo animale o è di tal spezie che nel mare supera in numero le rene istesse. Aggiungasi che il mondo è antico; gli Autori parlano di molte particolari inondazioni; ed io non stimo l'isola di Malta fondata da Dio, quando creò il tutto, nella forma in cui oggi si vede (come piace al R. P. Kircherio), ma che prima non molto sopr'acqua, e dopo sia stata in più volte ridotta al segno nel quale noi curiosamente la godiamo.
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