Ma piano; io mi veggo incalzato da queste parole: "Ciò però che in questo maggiormente mi conferma, si è il vedere che le Glossopietre dalla punta e da' lati assai più facilmente si stacchino dalla rocca in cui si trovano, che non dal la base dalla quale manifestamente si vede uscire una quasi che radice, alle volte più lunga, che la stessa Glossopietra; la quale internandosi nella rocca, va a poco a poco a confondersi e degenerare nella di lei sostanza. Or che è questa radice fitta nella rocca, se fossero stati denti di Lamia?". Egli è un'inganno, da cui facilmente ce ne possiamo liberare ogni qual volta non daremo presto fede alle cose che desideriamo, abbandonando l'affetto della pretesa opnione. Lo scorgersi la Glossopietra o il dente attaccato con più tenacità alla rocca nella radice, e non da' lati o dalla punta, è argomento chiarissimo ch'essa stesse così non già per succhiare dalla madre l'umore per crescere, ma per ragione ch'essendo ben terso, lucido e levigato per tutto nella superficie il dente, non poté abbraciarlo il continente ed unirlo a sé come pur fece nella radice, la quale più spugnosa e porosa diede luogo al limo e comodità d'attaccarsi in quella parte con più forza; tuttavia lascia libero il senso ad ogn'uno di vedere il termine terminatissimo di essa radice, la quale in niuna maniera si disperde nella marga, se pure ho meco gli occhi. Ma se dobbiamo far caso del vedere alcuna Glossopietra con la radice più grande di essa Glossopietra, come per argomento che la Natura abbia avuto intenzione di propagare quel seme racchiuso e farne crescere una maggiore; perché più tosto non dobbiamo stimare tutto ciò accaduto in bocca dell'animale, in cui senza contrarietà si concedono vegetative le parti?
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