Noi abbiamo, come più volte ho detto, la conoscenza limitata e dobbiamo contentarci di raffigurare i frantumi sopradetti per porzioni d'animali di mare, avendone sotto gli occhi vivo l'esempio. "Simile enim simili noscitur: quia omnis notio rei notae est similitudo"(93). Ed intorno al vederli fra terra, dobbiamo riceverne i riscontri dalla composizione del luogo ed affermarne la cagione con la maggiore probabilità che sia possibile. Così almeno potremmo vantare la cognizione di qualche cosa; perché in ogni altra maniera saremo costretti a confessare di non sapere ne anche ciò che può darci ad intendere il più fedele di tutti i sensi; il che è troppo. Perciò la supplico con umiltà a non volere pretendere nell'avvenire da me che le assegni; se la tal cosa si possa fare dalla Natura o no; e potendo farsi, se l'abbia fatto o no, e per quale strada; perché io mi protesto di non saperlo e di non essere atto ad andarlo investigando, per ragione che non lascerò in conto alcuno di desiderare che la notizia delle cose che lo patiscono mi fosse porta per la via de gli occhi, non già per quella degli orecchi, nell'intelletto. A dirla, le sottigliezze m'offendono l'immaginazione e tormentose mi riescono; ed essendomi applicato allo studio per isfogare il genio e non per farne professione, ho risoluto operar da cacciatore, ma di quei comodi; cioè, io abbandonerò la curiosità di sapere le cose naturali e lascerò il diletto e la briga ad altri ogni qual volta l'oggetto, o la materia, che verrà proposta, sarà tanto lontana che non le si possa fermare sopra agiatamente il senso ed averla sotto la mira.
| |
Natura
|