Essa sembra immobile nel cielo a chi la guarda senza strumenti, ma realmente dista dal polo di 1° 20' e perciò descrive un circolo di 2° 40' di diametro. Nel polo propriamente non è veruna stella, e per i movimenti generali della sfera conosciuti sotto il nome di precessione, se vi fosse non vi resterebbe ferma[1]. Dal lato opposto al Carro ed a egual distanza dall’asse celeste si trova un altro gruppo non meno bello in forma di M allungato detto Cassiopea. In mezzo a queste la bella croce tracciata sul latteo chiarore del fondo del cielo invita a darle la denominazione del Cigno; altrove il gruppo delle Iadi rappresenta naturalmente la testa di un vigoroso animale, il Toro; un piccolo gruppo non lontano ricorda la Chioccetta col suo grazioso contorno, e un enorme e splendido ammasso ricorda un sublime gigante, Orione.
Una volta date le mosse, era facile proseguire; quindi venne bentosto il cielo popolato di fantastiche pitture che lo riempirono di vita e di poesia. Tanto i gruppi naturali, che gli artificiali, inventati per legare gli uni agli altri si dissero Costellazioni o Asterismi. Le denominazioni ora in uso presso noi, non sono di molto anteriori alla epoca della mitologia greca, e riguardano il periodo storico-favoloso della spedizione degli Argonauti; ma vi sono grandi vestigi di nomenclature anteriori di cui rimangono notabili frammenti. Si è preteso un tempo che esse fossero di una enorme antichità, fondandosi sulle scoperte di planisferi e zodiaci trovati nei templi egizii di Esné o Denderah; ma ora è provato che que’ monumenti sono di epoca Romana, onde è sparita la supposta antichità.
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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano 1877
pagine 362 |
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