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      Gli aggruppamenti delle stelle presso i popoli più remoti dell’Oriente, dell’India e presso i Cinesi sono tutti diversi dai nostri, e con ciò mostrano una astronomia originale indipendente dalla nostrana. Certi caratteri con cui si indicano le costellazioni dai Cinesi sono così poco capiti dagli stessi letterati, che non ne sanno indicare l’origine nè l’etimologia.
      Così le stelle in ogni tempo vennero distribuite in gruppi naturali, o arbitrarii che furono religiosamente trasmessi di generazione in generazione per la necessità d’intendersi nel distinguere l’immensa copia degli astri, e si conservarono con quello scopo medesimo che si conserva nel globo terrestre la divisione dei regni e delle provincie.
      I prischi osservatori benchè sprovveduti d’ogni strumento di precisione, pure mediante il mezzo semplicissimo degli allineamenti presi o ad occhio semplice o traguardando col mezzo di un filo, stabilirono in modo abbastanza concludente la gran legge della loro invariabilità di posto; e riconobbero che solo alcune poche fra le più brillanti non erano fisse, onde dal loro errare furono dette pianeti. Queste furono studiate a parte e si fissarono le leggi le più elementari dei loro movimenti. Le tavole I, II, indicano in piccola scala i gruppi principali e più famosi stabiliti dall’antica convenzione; per uno studio più minuto si esigono carte maggiori [2].
      Quei gruppi, tra i quali i maggiori luminari, il Sole e la Luna e i principali pianeti, fanno la loro strada, attraggono più degli altri l’attenzione, e costituiscono la fascia Zodiacale, nel cui mezzo corre l’orbita apparente del sole, l’ecclittica.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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