Andromeda è figurata qual giovane donna incatenata a due scogli, a braccia aperte; colla testa tocca un vertice del quadrato di Pegaso, e coi piedi raggiunge Perseo, il suo liberatore dal mostro a cui era stata sacrificata. Ai suoi ginocchi a destra è Cassiopea la regina assisa in trono, e a sinistra il Triangolo. Perseo l’eroe liberatore tiene con la manca il capo di Medusa e colla destra la spada, la cui elsa è ingioiellata da un superbo gruppo di minutissime stelle. Al di là di Perseo è il Cocchiere: questi nel suo seno porta una Capra insignita da una bellissima stella e porta anche i Capretti, licenza invero più che poetica, o a più vero dire, indizio di altra più antica divisione di gruppi.
Su di una regione assai povera di stelle grandi si stendono la Giraffa, il Mietitore e la Lince, e segue quindi la Grand’Orsa, di cui il Carro non forma che una limitata porzione del treno posteriore dell’animale; il timone sarebbe la coda e il resto la coscia. Gli antichi chiamarono perciò questo gruppo anche la coscia. Entro questa cinta e più vicino al polo sono Cefeo che distinguesi per una croce di stelle mediocri, e l’Orsa minore, alla estremità della cui coda è la stella polare, che apparentemente ad occhio nudo sembra senza moto. Essa trovasi facilmente, come si disse, conducendo una linea retta tra le due ultime del Carro, e prolungando la loro direzione di tanto, quanto queste due distano dalla punta del Timone. La Polare è grande quasi tanto, quanto quelle dell’Orsa Maggiore, ed è ivi la sola di tale grandezza.
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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano 1877
pagine 362 |
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