Tra questi e Boote è l’altro immenso gigante il Serpentario, che calcando coi piedi il mostro (lo Scorpione) colla testa sua arriva alla testa di Ercole; intrecciato e confuso egregiamente alla figura del Serpente; costellazione la più intrigata di tutto il cielo.
Così si raggiunge la zona delle costellazioni zodiacali. L’Ariete è distinta da due belle stelle che aprono la lista: segue il Toro, la cui testa è composta dalle Iadi, e il cui bel gruppo è ornato dalla rossa dell’occhio Aldebaran. Che il Toro aprisse altra volta la serie de’ segni rimane ancora nelle tradizioni poetiche — Candidus auratis aperit cum cornibus annum, cantò Virgilio. E il nome di Iadi allude alle piogge equinoziali. Due lucide e vive, Castore e Polluce, definiscono i Gemelli, i quali colle altre minori collocate nei loro piedi, limitano un gruppo assai ben isolato e sono simbolo della fecondità degli animali. Una piccola macchia lucida distingue la breve costellazione del Cancro, la qual macchia dicesi anche il Presepio. Segue una immensa falce a modo di C con un lungo manico che forma il Leone ed ha la più bella nel Cuore detta Regolo. Vasta oltremodo e distesa lungo l’ecclittica è la Vergine che tiene in mano la bella Spiga simbolo della stagione delle messi nei tempi antichi.
Dietro a’ suoi piedi seguono due belle stelle che disegnano i piatti della Bilancia, e che anticamente formavano le Chele o branche dello Scorpione. Questo è un mostro immenso che è distinto da un ampio ventaglio di lucide stelle nel cui centro è una rossa viva, il suo cuore, detta Antares e che è seguito dalla sinuosa coda.
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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano 1877
pagine 362 |
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