Molte stelle hanno nomi proprii che sono antichissimi, come Sirio, Regolo, Capra, ecc. Altre hanno nomi di origine Araba, come Betelgeuse, Rigel, ecc., la maggior parte di questi nomi sono la indicazione della parte del corpo dell’animale che figura nella Costellazione, così Rigel significa ginocchio (di Orione), Aldebaran, l’occhio (del Toro) e via discorrendo. Nei loro cataloghi gli antichi indicavano le varie stelle della stessa costellazione colla parte del corpo dell’animale in cui esse cadevano: Così Sirio, lo dicevano quella che sta nella bocca del Cane ecc. Tal cosa rendeva lunga la denominazione dell’Astro; ma tuttavia non era senza comodità; però mancavano le denominazioni delle stelle poste fuori del corpo principale che essi indicavano in genere col nome d’informes, ed è stato appunto con queste che i moderni hanno costruito le loro costellazioni secondarie aggiunte.
Un astronomo tedesco, Bayer nel 1603 cominciò a notare le stelle principali colle lettere dell’Alfabeto greco, e questo non bastando talora aggiunse il latino. In pratica pareva sua intenzione d’indicare con tali lettere l’ordine stesso di grandezza; ma, sia per inavvertenza sua, sia perchè le grandezze abbiano realmente variato col tempo, tale ordine non si trova ora regolare in tutte. I moderni però hanno conservato queste lettere scrupolosamente perchè servono mirabilmente alla brevità e speditezza della nomenclatura e fino a un certo punto anche danno una guida della importanza loro e sono più facili a ritenere che le coordinate numeriche[5]. Noi ne faremo uso sovente.
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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano 1877
pagine 362 |
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