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      Le leggi di questo moto, essendo conosciute completamente per le osservazioni ed essendo pure ben nota la loro teorica, si possono sempre assegnare gli spostamenti che esse devono subire per questa cagione[6]. Questo modo di fissare le posizioni delle stelle è il solo che possa usarsi in pratica per la sua comodità ed è perciò antichissimo, e se ne servirono i più remoti cinesi, almeno 1400 anni avanti l’èra volgare. Rilevasi dalle loro antiche memorie astronomiche, qualmente essi, oltre al divisione della zona zodiacale in dodici parti, ebbero il cielo intero spartito in 28 regioni che si estendono assai al Sud e al Nord dell’Ecclittica, che chiamano Sieu, e sono definite da altrettante stelle. Queste divisioni furono originate in principio dal metodo di osservare il cielo per mezzo dei passaggi al meridiano, come usiamo noi; e siccome essi non si potevano fidare dei loro orologi, che erano ad acqua detti clepsidre, così avevano fissato in cielo parecchie stelle con cui rettificare sovente il computo del tempo, come appunto si fa attualmente. Da principio gl’intervalli tra queste stelle determinatrici delle sezioni del Cielo erano quasi eguali. Ma ora sono inegualissimi, e, secondo gli studi dell’accuratissimo Biot, la massima parte della ineguaglianza loro sarebbe soltanto un effetto della precessione degli equinozi, la quale, mutando fra le stelle la posizione dei poli della sfera, ha alterato le differenze delle antiche ascensioni rette e declinazioni delle stelle principali, fino a far sparire l’intervallo e anche rovesciare l’ordine del loro passaggio.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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