Pei limiti delle costellazioni sono stati corretti non pochi errori e confusioni regnanti nelle antiche carte. Ottimo è stato il divisamento di Argelander e di Heis d’imprimere in rosso i contorni delle figure e in nero le stelle, così si ha una grande distinzione, specialmente di notte. È pure molto buona, specialmente per gli studii meno minuti, la carta grande celeste di Dien, che rappresenta il cielo in due circoli che sono la proiezione dei due emisferi aventi i poli al centro e l’equatore all’orlo, e sotto essi è posta una zona separata che dà le costellazioni equatoriali fino a 45° di declinazione Australe e Boreale; sviluppando così più ampiamente quella parte del cielo che resta più compressa e divisa nelle proiezioni degli Emisferi. In queste carte le figure antiche sono soppresse ed invece le configurazioni sono sostituite da figure geometriche che legano assieme le stelle più belle, talvolta di costellazioni diverse. Se ciò è utile ai principianti, non è però cosa da encomiarsi, perchè non può negarsi che le varie parti delle figure antiche aiutano grandemente a tenere a memoria la distinzione delle stelle e le loro posizioni relative. Evvi anche un atlante di Dien che si estende a tutto il cielo, ma le varie tavole pubblicate in epoche diverse non sono sempre omogenee nel disegno delle stelle.
L’uso di buone carte celesti è assai importante per molte ricerche, ma specialmente per le stelle cadenti, e il professor Dorna ha fatto un Atlante che proiettato sull’orizzonte delle medie latitudini boreali riesce assai comodo per quest’uso.
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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano 1877
pagine 362 |
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