STELLE VISIBILI A OCCHIO NUDO NELL’EUROPA MEDIA
DISTRIBUITE PER COSTELLAZIONI E GRANDEZZA
A. COSTELLAZIONI BOREALI[11]
Allora si restringeva l’apertura dell’obiettivo diretto alla maggiore, finchè la sua immagine divenisse eguale alla minore; e il rapporto inverso delle aree delle aperture dava quello delle luci. Però si supponeva in questo metodo che l’assorbimento delle lenti fosse proporzionale alle intensità delle luci, mentre esso è piuttosto una quantità costante, ma è facile determinare la correzione. W. Herschel fece uso di due telescopi a specchio, e guardando in ciascuno una stella, diminuiva la luce della maggiore col medesimo principio di Bouguer fino a farla eguale alla minore. Poscia Johnson di Oxford applicò a questo studio un magnifico Eliometro[12] sempre lavorando sul medesimo principio.
Altri hanno usato diversi fotometri e noi usammo quello a ruota girante con fessure variabili: la stella maggiore era guardata attraverso le fessure, la minore era guardata direttamente; le fessure si diminuivano fino a tanto che la maggiore diventasse eguale alla minore. Così determinammo il valore della luce relativa di varie stelle. Questo strumento ha il difetto che se le fessure siano troppo strette produce un colore rossastro che nuoce all’esattezza.
Fra i lavori fotometrici più importanti vi è quello di J. Herschel. Il suo principio era diverso. Egli disponeva tutte le stelle in seguenze o serie successive comparandone la loro luce con una stella presa per campione sia naturale, sia artificiale, o coll’imagine della Luna fatta da un piccola lente.
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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano 1877
pagine 362 |
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Herschel Bouguer Johnson Oxford Eliometro Herschel Luna
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