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      Da esperienze fatte da noi con simile apparecchio risulta che il semplice prisma anche senza lente cilindrica dà già allo spettro una dilatazione sufficiente purchè il suo angolo refringente sia assai grande e vicino a 60°.
      Fraunhofer trovò così che la Luna, Venere e Giove avevano spettro identico a quello del sole, come era da aspettarsi, ma le stelle in generale l’aveano molto diverso. In Sirio notò una forte riga nera nel verde e due nell’azzurro; e trovò righe simili in alcune altre stelle; ma il sistema di queste righe, la posizione e la qualità trovati in quelle che esaminò, erano diverse assai da quelle del sole[16]. Se nonchè la debolezza delle luci era tanta che rendeva assai difficile l’osservazione.
      Più tardi riprese questo studio con un apparato di maggior forza, nello scopo principalmente di riconoscere se tutte le stelle aveano luce di eguale refrangibilità. Perciò venne da lui armato un cannocchiale di quattro pollici di apertura con un prisma posto avanti al suo obbiettivo di pari grandezza ed avente un angolo di 37° 40'. Con questo strumento ottenne spettri più vivi ed estesi. Riconobbe in Castore la stessa riga del verde che avea trovata in Sirio[17] e vide lo spettro di Polluce solcato di moltissime righe fine tra le quali riconobbe la riga solare D. Nella Capra riconobbe la D e la B del Sole, in ? Orione vide pure queste stesse righe e una moltitudine di altre[18].
      Però la difficoltà di queste osservazioni era assai grande richiedendo due osservatori, uno che guardasse nel cannocchiale fornito di prisma, e l’altro in un altro inclinato al primo e che volgevasi direttamente alla stella.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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