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      Mediante la vite di richiamo S si potevano dare al cannocchiale le necessarie inclinazioni per misurare le posizioni delle righe, e leggere il valore della deviazione col nonio l nella graduazione tracciata sul piatto. Le piccole differenze si leggevano colla vite micrometrica r.
      I risultati ottenuti dal Donati con questo strumento furono pubblicati nel 1862 in una importante memoria nella quale erano figurati, descritti e misurati gli spettri di 15 stelle principali, ove si rileva specialmente la posizione quasi costante della riga del verde bleu e delle altre dello spettro nella sua regione media e molti gruppi propri di altre stelle colorate. Però l’autore si lagna anche qui della scarsezza della luce e della difficoltà di conoscere i colori; anzi sembra che questi gli sfuggissero affatto alle estremità: senza dubbio a cagione dell’imperfezione dell’obiettivo non acromatico e del troppo ingrandimento del cannocchialino.
     
     
      Per favorire le queste ricerche ed ovviare al grande incomodo che produceva la visione obliqua all’asse dell’obiettivo principale a cagione della deviazione del prisma, l’Amici inventò un prisma che senza deviare la luce ne desse però lo spettro completo, come nei prismi angolari.
      Era questo prisma composto di tre altri, figura 7.a: uno mediano F di Flint pesante (borato di piombo) e due altri C, C' di Crown: erano essi saldati insieme con un mastice; il raggio bianco usciva così decomposto senza deviazione, formando un prisma di effetto affatto opposto a quello del prisma acromatico ordinario.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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