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      Lo strumento fu ordinato immediatamente, ma esso non giunse che al decembre dello stesso anno. Intanto essendosi recato a Roma il signor Janssen per istudiare lo spettro solare, e avendo seco uno di questi piccoli strumenti, gli chiesi di applicarlo al nostro Refrattore per servircene provvisoriamente finchè arrivasse il mio. Esso condiscese e furono insieme con lui fatte le prime ricerche delle quali fu dato notizia all’Accademia di Parigi[19]. Lo studio della spettroscopia solare e chimica era già tanto progredito che non solo cercammo l’esistenza delle linee spettrali, ma anche la loro natura, e fin dalle prime sere potemmo accertare nella stella ? di Orione l’esistenza della riga del sodio ed altri metalli.
      L’apparato provvisorio fu presto trasformato in un apparato stabile appena giunse il mio spettroscopio al quale applicai una scala luminosa laterale riflessa dalla faccia del prisma per fissare le posizioni relative delle righe[20]. Allora potei con esso fare uno studio esteso delle principali stelle e dei pianeti che pubblicai nel Bullettino Meteorologico dell’Osservatorio del 1863 che già mostravano maggiori dettagli di quelli del Donati. Il vantaggio lo ebbi principalmente da ciò che avendo veduto come il cannocchialino diminuiva molto l’intensità della luce, lo levai affatto e mi misi ad osservare ad occhio nudo attraverso il prisma, o solo con una debole lente oculare e anche talor senza lente cilindrica. Però se così cresceva alla luce, e meglio si distinguevano le righe; molto diminuiva la precisione della puntata e le righe erano fissate con minore esattezza.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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