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      Ma in quel periodo della scienza si cercava più la forma e qualità degli spettri che quella della precisione dei loro elementi. Fin d’allora io rilevai la differenza di diversi tipi stellari, i quali benchè legati in genere ai colori, pure erano diversi nelle medesime tinte generali delle stelle.
      Intanto gli spettroscopii venivano grandemente migliorati e ridotti all’uso positivamente astronomico. Quelli a visione diretta costruiti con forti prismi da Hofman e da Merz, furono trovati molto utili e di comodo servizio. Il signor Huggins preferì la forma comune a prismi angolari come quelli di chimica, adattandone le dimensioni agli oculari. Noi abbiamo usato di ambedue i sistemi senza trovarci una preponderanza considerabile per questi ultimi; giacchè quello che nei primi si perde per assorbimento è compensato dagli altri, per ciò che perdesi in riflessioni troppo oblique. È vero però che è più facile avere un buono spettroscopio a prismi angolari che uno a visione diretta.
      Gli spettroscopii a visione diretta sono più comodi, ma allungando molto lo strumento, in certi casi, per la strettezza delle cupole mobili possono divenire inservibili. Di più si può facilmente togliere un prisma agli angolari e diminuirne la dispersione il che non può farsi con i diretti, e così adattarli agli oggetti i più deboli.
     
     
      La costruzione fondamentale di questi spettroscopii a prismi angolari è come si vede nella fig. 10a. U K B è un tubo che avvitasi al cannocchiale per mezzo di un pezzo OO', che permette tutti i movimenti intorno all’asse ottico dello strumento come un micrometro di posizione.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





Hofman Merz Huggins