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      Ma qui oltre l’incomodo di dover usare un assistente che punti nel cercatore, mentre l’osservatore punta alle righe spettrali, non si può esser mai sicuri della stabilità relativa dei due cannocchiali. Quindi noi tentammo di mettere accanto al prisma maggiore un altro minore ed acromatico, ma avente la stessa deviazione di raggi del prisma obiettivo. Però il risultato pratico non corrispose all’aspettazione, atteso che esso era posto troppo eccentricamente all’obiettivo, e l’imagine mancava di precisione ed era fortemente colorata.
      Più facilmente ci riuscì l’intento col piccolo prisma a visione diretta. Questo fu collocato nel tubo del porta oculare alquanto eccentricamente, e profittando della circostanza che il prisma era fuori del piano focale, si potè collocare in modo che collo spettro si avesse nel campo l’imagine diretta della stella formata da alcuni raggi passati fuori del prisma e sopra di esso. Così si vede nel campo lo spettro e la stella diretta uno sopra l’altra. Con una lente concava si corresse la differenza di focalità nei raggi prodotta dal prisma e l’imagine diretta della stella si trovò nitida quanto quella delle righe spettrali.
      Per prendere le misure differenziali delle righe il micrometro è fornito di due punte metalliche, e una si pone sulla immagine diretta l’altra su di una riga spettrale ben definita, e si fissa così la distanza relativa della riga colla imagine diretta. Ciò fatto si passa ad un’altra stella, e condotta la sua imagine bianca sopra la stessa punta si vede ove cada all’altra, e così si riconosce immediatamente se le righe sono identiche.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362