Le altezze loro talora sono enormi, ne abbiamo misurate di quelle che erano 8' cioè un quarto del diametro solare. La velocità di innalzamento si è talora trovata superiore a chilometri 900 per secondo.
Fig. 22. Eruzione solare 15 ottobre 1871.
Fig.23. La stessa eruzione 15 minuti dopo.
Dall’esame spettroscopico di queste eruzioni esplorate fuori dell’orlo del disco, si è rilevato che le macchie non sono originate se non dall’assorbimento della luce della fotosfera solare, prodotto da queste masse vaporose eruttate dall’interno. Queste masse quando sono all’orlo, sono visibili fuori del corpo solare come fiamme, perchè allora sono proiettate sul fondo relativamente oscuro del cielo, ma quando per la rotazione del corpo solare esse vengono ad esser proiettate dentro il disco, e sulla vivissima fotosfera, allora trovandosi frapposte tra l’astro e l’occhio nostro producono un forte assorbimento, perfettamente analogo a quello che accade quando la fiamma del sodio si interpone tra il Sole e lo spettroscopio. Però non è necessario per produrre tale effetto che la massa vaporosa sia sollevata sopra la fotosfera: sovente si vede che essa è immersa in essa e vi riempie delle cavità nelle quali affluisce in correnti la materia lucida.
Le macchie non sono permanenti, e la forma e la quantità loro è variabilissima: talora, e anche per lunghi intervalli non ve n’è alcuna, mentre altre volte si contano a centinaia e coprono una parte sensibile della superficie solare. È chiaro che se esse crescessero a dismisura, potrebbero cambiare notabilmente la natura dello spettro solare su tutto l’astro, come lo cambiano in alcune piccole regioni.
| |
Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano 1877
pagine 362 |
|
|
Sole
|