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      Ma tali fatti sono anche più sorprendenti per un altro titolo. Essi ci rivelano che lo spazio è seminato da innumerevoli corpi oscuri che noi non vediamo se non quando accadono in essi di cotali spaventevoli catastrofi e che noi conosciamo solo forse dopo secoli che esse sono accadute. Vedremo in altro luogo che non manca forse prova diretta dell’esistenza di tali masse oscure, e che per conseguenza accendendosi possono spiegare apparizioni di nuove stelle.
      Molte stelle notate negli antichi cataloghi sono ora perdute, nè si possono tutte credere errori d’osservazioni: talune certamente erano pianeti, e si ravvisarono essere Urano e Nettuno, come si potè provare con calcoli retrogradi dietro gli elementi delle orbite loro dopo che furono riconosciuti, ma per le altre pare che siano realmente scomparse; annientate certamente non furono, resta adunque che siansi estinte, cioè ridotte a corpi oscuri come i pianeti.
      Nè questi fatti mancano di suggerire qualche riflessione per noi stessi e pel nostro astro dominatore.
      Il Sole è pur esso una stella variabile. Le variazioni undecennali delle sue macchie, e delle protuberanze o eruzioni provano che esso non ha un’attività costante, e che perciò esso deve variare, anche nella intensità della luce. Ma la valutazione diretta della quantità di questa variabilità e dei suoi limiti è quasi impossibile a farsi. La luce non si può misurare con precisione e la grandezza delle macchie non prova che essa sia minore quando esse sono molte, perchè quantunque sia provato che nelle macchie vi è minor luce e minor temperatura, pure la maggiore intensità nelle parti luminose può compensare quella che manca nelle oscure; anzi ciò è molto probabile attesa la sua maggiore attività ora ben provata nei tempi delle macchie.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





Urano Nettuno Sole