Essa ricorda la teoria della luce zodiacale attribuita a una atmosfera solare.
Più bella assai è la stella in fig. 3 (H. 4514, A. R. = 19h 41m 7s, Decl. + 50° 18' 18"). Con mediocri ingrandimenti essa mostra una semplice nebulosità, ma coi più forti scopre molti punti luminosi nel suo interno. Anzi spingendo questi non diviene che più bella e viva, il fondo e scintillante. Con 1000 volte il centro non prende la forma di un disco, ma diventa invece irregolare, e quasi multiplo, onde non pare semplice stella, ma una massa brillante nebulosa.
Un’altra stella cinta da nebulosa anulare è in (H. 2017. A. R. = 10h 1m 8s, Decl.= ? 39° 49' 5"), ma non si distingue se siano connesse fisicamente poichè la nebulosità non è simmetrica: fu disegnata nelle Memorie del 1852, è grande e bella benchè assai bassa. Da Herschel fu detta uniforme: ciò non può essere a meno che non abbia variato.
Ommettiamo molti altri oggetti simili per venire alla grande questione se esse siano tutte ammassi di stelle, ovvero masse gassose fisicamente irresolubili.
Benchè praticamente irresolubili queste masse, pure coi forti strumenti si riesce come dicemmo a vederci una certa scintillazione, la quale farebbe credere essere esse pure formate di stelle. Questa apparenza si confermò assai per le ricerche di Bond col grande refrattore di Cambridge U. S., ed è confermata per alcune altre dal grande refrattore di Washington di 26 pollici e dal più grande riflettore che siasi costruito, cioè quello di Lord Rosse; ma lo spettroscopio è venuto a disingannarci, rivelandoci una cosa inaspettata, cioè che esse sono masse di puro gas, confermando così quel sentimento vago che faceva credere ad Herschel e a noi stessi di non esser tutte risolubili in istelle (V. Mem.
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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano 1877
pagine 362 |
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