Del 1852).
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Herschel I avea già perduto ogni speranza di risolvere certe nebulosità, e negli ultimi anni di sua carriera insistè sulla natura di una materia diffusa di cui doveano esser formate. Il signor Huggins applicando lo spettroscopio a questi oggetti, trovò che il loro spettro si componeva di tre sole righe, una nel bleu e due nel verde, disposte come qui si vede fig. 43, e meglio come sono disegnate nella fig. 4 della Tavola IV cromolitografìca.
È cosa che al primo aspetto desta sorpresa, come degli oggetti così deboli possano dare uno spettro sensibile; ma cesserà lo stupore se consideriamo che essi sono forniti di non debole luce intrinseca, e che nello spettro questa non si diffonde in uno spazio continuo allargato come nelle stelle, ma si raccoglie tutta nelle prefate poche righe, onde conserva tutta la sua intensità, che riesce poi comparativamente molto maggiore di quella delle stelle di eguali grandezze. Accade qui a un dipresso quello che accade colla cromosfera solare, in cui la luce dell’idrogeno ridotta a poche righe prevale sulla luce generale del fondo del cielo. Insigne fra le altre per questa analisi è la nebulosa della fig. 2 Tavola VI scoperta da Struve la quale è tanto lucida che sostiene la illuminazione del campo. Dalla natura di questo spettro possiamo argomentare la natura dei gas. Uno di essi è certamente idrogeno, poichè oltre la coincidenza della linea con la F solare sì nelle più vive si è riuscito tanto da noi che dal sig. Vogel a trovare tracce della riga di color rosso C. In quanto alle altre una è vicinissima alla doppia dell’azoto che sta nello spettro di secondo ordine di questo gas; ma non essendo perfettamente coincidente con nessuna delle due che compongono quella linea, resta ignota la sostanza.
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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano 1877
pagine 362 |
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Huggins Tavola IV Tavola VI Struve
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