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      Si è detto avere la Nebulosa d’Orione subíto cambiamenti, ma finora tutto essendo basato sulle osservazioni fatte cogli strumenti antichi, assai imperfetti, nulla è sicuro. I più forti rendono visibili diverse parti che sfuggono nei più deboli, e per tal modo può spiegarsi tutto. Anche ai tempi nostri i disegni pubblicati da Lord Rosse e da Struve, appena rassomigliano al nostro ed a quello di Herschel e di Bond; molto più poi ne differiscono quelli di Ugenio che la scoprì il primo, e di Devico. Tuttavia l’Holden crede reali alcuni cambiamenti.
      Molte sono le nebulose di questa categoria e vastissime. Si consulti l’opera di Herschel fatta al Capo di B. Speranza ove sono disegnati gli oggetti più insigni.
      La nebulosità in alcune regioni del Sagittario è estesa ben più che in Orione, e il fondo chiaro del cielo dà indizio di linee spettrali. La luce di questo fondo è così uniforme, che appena si rileva la sua presenza da alcuni fori neri che si trovano quà e là per esempio a 17h 52m e ? 27° 51'. Noi non possiamo qui parlare di tutte. Ne toccheremo alcune.
      Una assai vasta è quella dell’emisfero australe in forma di ? omega maiuscolo, che dà righe spettrali gassose. Essa sta in A. R. = 18h 12m 33s, 1 Decl. ? 16° 13' 36". In questa è ammesso un cambiamento reale dal sig. Holden: Egli si fonda su ciò che certe stelle segnate fuori dell’arco nebuloso dai primi osservatori ora sono dentro. Ma ciò secondo noi mostra troppa fiducia negli antichi disegni, quando l’arte di questi lavori non era così ricercata come ora.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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