I fissi furono detti Stelle, gli altri Pianeti e Comete. Nell’infanzia della scienza, quando la sfera celeste si concepiva una vôlta solida le stelle erano necessariamente stimale fisse, e per giunta credute affisse alla medesima in modo invariabile. Nè poteva essere altrimenti, poichè anche quando lo spirito umano ebbe fatto il gran passo di figurarsi la Terra sospesa nello spazio, non seppe darsi ragione del come essa si reggesse, se non supponendola nel centro del mondo. Fu solo dopo un gigantesco progresso della scienza che la Terra potè concepirsi stabile nella sua mole e insieme girante intorno al Sole, il quale alla sua volta divenne il centro del mondo. Ma una volta entrata la mente in quest’ordine di idee, e compreso che la stabilità delle cose su di un corpo celeste era compatibilissima col suo trasporto nello spazio; ne venne per conseguenza che il Sole stesso con tutto il suo sistema poteva essere in moto, e col Sole tutte le stelle, giacchè la sfera solida era già svanita per sempre e le stelle non potevano più immaginarsi che come tanti Soli indipendenti dal nostro e collocati a distanze immense e da noi inconcepibili.
La mobilità delle stelle era così un corollario della teoria cosmica prevalente. Il genio di Halley in questo come in tante altre cose ebbe il primato. Confrontando esso le posizioni date dai primitivi cataloghi, di Sirio, Arturo, Aldebaran ed altre stelle, vide che dopo tenuto conto di tutte le variazioni progressive dovute alla precessione degli equinozi e dei moti annuali periodici, esse erano differenti dalle osservate a’ suoi tempi di 37' 42' e 33'; quantità le quali non potevano attribuirsi ad errori di copisti, nè di osservazioni.
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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano 1877
pagine 362 |
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