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      Il cambiamento di Aldebaran è anche confermato da una occultazione osservata nel 509 dopo G. C. l’11 marzo ad Atene, cose che secondo la teoria lunare non poteva accadere se la stella avesse avuto allora il posto che ha adesso.
      Da questi fatti la probabilità di un moto nelle stelle era divenuta certezza, ma le osservazioni grossolane de’ tempi anteriori, e la piccolezza di questi moti non lasciavano sicurezza veruna alle conseguenze pratiche. Era riserbato ai tempi moderni il fare osservazioni di tal precisione che si potesse con fondamento sicuro definire le leggi e tirarne le conseguenze, anche per una distanza di tempo non lunghissimo tra le osservazioni.
      Per comprendere la difficoltà del soggetto basta riflettere che nella maggior parte delle stelle questi moti non raggiungono la grandezza di 1" all’anno, e che i massimi tra essi non eccedono 6" e 7"; e questi si trovano solo in pochissime stelle eccezionali. Finchè dunque le osservazioni non erano tali che fossero sicure entro un piccolissimo numero di secondi, tali moti si doveano confondere per moltissimi anni cogli errori di osservazione. Per fare una buona osservazione non basta l’abilità dell’astronomo, si esige anche una grande perfezione nello strumento, e questi non si ebbero competenti che all’epoca di Bradley, poco più di un secolo fa, quando Graham e Bird perfezionarono le divisioni dei circoli, gli orologi e gli strumenti de’ passaggi. Allora si cominciò realmente a mettere i fondamenti necessarii per riuscire in questo dedalo.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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