3.° Esaminando teoricamente tali movimenti è facile comprendere che essi possono essere o reali o apparenti, o l’uno e l’altro insieme. Nel primo caso non potrebbe aversi una legge definita senza che le stelle visibili facessero un sistema particolare da noi perfettamente penetrabile e soggetto a certa legge di moto comune, cosa assai difficile ad ammettersi. Ma possono anche essere apparenti e dovuti al moto dell’osservatore nello spazio, cioè al moto del Sole che trasporta tutto il sistema; e finalmente può esser vero l’uno e l’altro. È dunque mestieri studiare a fondo le particolarità di questi movimenti, e perciò l’importanza di questi fatti è assai grande. Ma essa apparirà maggiore quando avremo studiato questi moti in relazione di altre particolarità delle stelle.
4.° Una cosa importante da studiare si è il rapporto che passa tra i moti proprii e le grandezze delle stelle. Qui però è da avvertire che bisogna prendere il risultato che deriva da un gran numero di stelle unite insieme, perchè venendo ai casi particolari vi è una troppo grande irregolarità. Infatti una occhiata data alla tavola precedente ci mostra che in generale le stelle maggiori hanno bensì moti proprii maggiori, ma ve ne sono di quelle, come la 61 Cigno, 1830 Groombridge, 40 Eridano che sono assai piccole, eppure hanno moti molto grandi.
W. Struve da una discussione de’ moti proprii delle stelle più lucide di Bradley in numero di 180 ha concluso i valori seguenti:
I.a Categoria Moto in A R = 11", 60 Nel tempo di
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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano 1877
pagine 362 |
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Esaminando Sole Cigno Groombridge Eridano Struve Bradley Categoria Moto
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