L’orbita apparente che noi vediamo non essendo che la proiezione dell’orbita vera sulla sfera celeste, molte curve poste nello spazio potrebbero dare l’ellisse per proiezione: per esempio, potrebbe essere un circolo, una ellisse ed anche una curva a doppia curvatura; ma l’ultima specie di curva sarà scartata se noi confrontando i varii settori dell’orbita apparente li troveremo proporzionali ai tempi impiegati a descriverli, perchè sappiamo che ogni qualvolta questa proporzione si verifica in una proiezione qualsiasi dell’orbita su di un piano, deve esservi una forza centrale, e perciò la curva deve pure esser piana. Il calcolo delle osservazioni provando che esiste in pratica tale proporzione delle aree ai tempi, siamo assicurati che l’orbita è piana.
Ma non per questo è tolta ogni indeterminazione del problema. L’ellisse di proiezione può nascere da più specie di forze: 1.° da una forza tendente al centro, e attraente in ragione diretta semplice delle distanze; 2.° da una forza tendente al fuoco e in ragione inversa del quadrato delle medesime distanze, come quella dei pianeti; 3.° da una forza residente in un punto interno qualunque dell’ellisse, purchè essa varii oltre la ragione inversa del quadrato delle distanze anche conformemente ad una funzione dell’angolo che fa il raggio vettore con una direzione fissa. Ma in pratica si risolve facilmente questa indeterminazione.
Infatti basta riflettere che l’orbita apparente è la base di un cilindro che partendo dall’occhio dell’osservatore è tagliato normalmente dalla sfera celeste, che qui si confonde col suo piano tangente: l’orbita vera poi è un’altra sezione di questo stesso cilindro; ma fatta con un piano inclinato diversamente all’asse.
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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano 1877
pagine 362 |
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