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      Lo Struve però come in anticipazione di ciò ha voluto scandagliare dietro i moti proprii delle medesime doppie quanta sia la probabilità del numero relativo delle doppie apparenti e delle doppie fisiche, secondo il calcolo delle probabilità, già accennato da Mitchell. Esso dunque trova che rappresentando il numero delle stelle visibilmente doppie de’ suoi primi tre ordini (vale a dire di quelle la cui distanza non supera 4") per 693, di queste 48 saranno doppie ottiche, le altre fisicamente congiunte. Questa proporzione diventa maggiore continuamente a favore delle doppie fisiche, essendo cresciuto il numero di queste dietro le recenti scoperte. Di questi primi tre ordini dalle nostre sole misure riescono i moti certi in 149 stelle anche senza ricorrere all’argomento indiretto dal moto proprio.
      Per ciò che spetta ai moti proprii comuni, si ha questo memorabile risultato: «la probabilità che due stelle aventi moti proprii comuni non siano congiunte da legame fisico, è minore di quella del non avere a nascere domani il Sole in confronto di tutta l’esperienza storica che abbiamo di questo fatto!» Onde si ammette come postulato che due stelle aventi moto proprio comune sono unite insieme da legame fisico.
      Per vedere il peso di questo argomento primieramente deve farsi una riflessione. È un fatto provato già (vedi sopra § I) che le stelle grandi hanno moti maggiori che le piccole, onde se non sarebbe difficile trovare due stelle uguali in grandezza con moto uguale o poco diverso (come 61 Cigno), è però molto improbabile che una piccola abbia moto uguale ad una grande: quindi per tutte le stelle disuguali un moto eguale comune è una probabilità di più in favore del loro legame fisico.


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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano
1877 pagine 362

   





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