Capo IV.
VASTITÀ DELLO SPAZIO STELLATO.
§ I.
Numero delle stelle.
Le stelle passano per essere innumerabili, e sono perfino un simbolo dei più enfatici che applicasi agli oggetti non aventi computo che li definisca. E ciò è vero. Ad occhio nudo poche se ne possono numerare distintamente, e parve già miracolo agli antichi quello d’Ipparco di averne fatto un catalogo di poco oltre a mille. Se non che questa impresa che parve degna di un nume, come la qualifica Plinio, non era una semplice nuda numerazione, ma una determinazione precisa delle loro posizioni: cosa ben più difficile.
Ma in realtà anche il semplice contare le stelle non è facile. La vista si confonde, e quando si è al trarre delle cifre precise il loro numero trovasi assai minore del vero, e si resta convinto che non tutte si sono certamente contate. E questo accade anche quando nei cannocchiali si vogliono contare quelle dei gruppi.
Il diligentissimo Heis assicura non esser computabili che 4 in 5 mila stelle nel cielo visibile dalla media Europa. Egli, fornito di vista acutissima, e usando cautele speciali, come sarebbe quella di rimuovere ogni luce artificiale, di limitare con un gran tubo nero la regione del cielo che si guarda, fare le carte nere e le stelle bianche, ecc. potè da Munster vederne 5421, e siccome da questa stazione sono visibili 8 decimi di cielo, così si argomenta che supponendo egualmente copiose quelle del resto dell’emisfero australe esse appena salgono a 6800[60]. Ma queste non sono certamente tutte le stelle del cielo.
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Le stelle
Saggio di astronomia siderale
di Angelo Secchi
Editore Dumolard Milano 1877
pagine 362 |
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Ipparco Plinio Heis Europa Munster
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